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Era Pasqua ed è già Natale…..

Ho aperto la porta per l’annuale benedizione della casa, la prima dopo il trasloco nel 2015, e ho conosciuto così Federico, frate di san Francesco a Ripa, scoprendo anche quale fosse la mia parrocchia “ufficiale”.

Un po’ per simpatia, un po’ per curiosità, un po’ per voglia di orientarmi nel mio nuovo quartiere mi son detta che potevo contattare quel gruppo di volontari di Ripa dei Settesoli di cui il frate Federico mi aveva accennato.

Un colloquio per reciproca conoscenza e poi subito nei turni di cucina.

Spesso è il caso che ti apre a percorsi di conoscenza di cui intuisci la portata, percepisci l’importanza ma non riesci a contattare nel concreto. E’ stato così per me con Ripa.

Ho seguito attraverso racconti, associazioni, incontri, stampa e convegni le problematiche sviluppatesi attorno al tema dell’accoglienza degli stranieri, ma senza averne mai un rapporto diretto, un confronto esperienziale.

L’occasione è stata la cucina di san Francesco a Ripa che, con semplicità “francescana”, mi ha dato la possibilità di mettermi in relazione con gli ospiti della comunità, di rapportarmi, nonostante la differenza di età e di esperienze, con i giovani che alloggiano nel convento e con le volontarie e volontari che ne seguono il progetto.

L’integrazione passa attraverso la condivisione e la conoscenza più è ravvicinata e attenta ai bisogni reali della persona, più è efficace e duratura. Quando si massifica, quando le persone son chiamate “flussi”, quando si è sordi ai racconti di tragedie e indigenze, quando si osservano solo i numeri ecco che si alzano i muri e si invocano paure.

La stretta di mano, il turno in cucina, la cena comunitaria, la ripetizione di italiano, la serata al pub non sono esaustive, ma dipanano dai rovi dolorosi che avvolgono ogni ospite di Ripa e aiutano noi volontari a sapere ascoltare e individuare la comune strada di fratellanza da percorrere.

La vicinanza concreta è anche lo strumento per chiarirsi le idee e contribuire, con maggiore incidenza, a umanizzare le politiche dell’accoglienza, perché ritornino ad occuparsi di “persone” e non di “numeri”.

Era Pasqua e sono arrivata a Natale conoscendo Ripa dei Sette Soli, ora mi devo programmare i turni in cucina di gennaio….

Giuditta Peliti

volontaria anziana d’età, ma giovane d’esperienza

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