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Un sogno di libertà

Mi chiamo Loni Mjeshtri, classe ’97, originario dell’Albania.

La mia provenienza è montanara: sono nato nel nord dei Paese, dove si distinguono le quattro stagioni. La mia famiglia si occupa della coltivazione della terra e dell’allevamento di animali.

Sin dai primi anni delle elementari mi sono interessato alla poesia e al disegno come soluzione per esprimere i sentimenti. Ho sempre desiderato studiare arte, ma non ci sono riuscito fino alla maggiore età.

Il viaggio mi ha sempre affascinato, così come l’indipendenza economica; sono due sogni di grande libertà. Da quando avevo 12 anni ho iniziato a fare il fruttivendolo per procurarmi denaro per comprare libri e vestiti.

Un giorno, verso l’inizio del terzo anno del liceo, all'età di 17 anni ho deciso di partire per l’Inghilterra. Desideravo studiare arte. Passando per Roma, solo e minore non accompagnato, sono stato fermato all’aeroporto di Ciampino e mandato in un centro di accoglienza per i minori non accompagnati. Roma non la conoscevo per niente, ma è bastata la vista dei Fori Imperiali per capire che appartenevo a questa città.

Frequentando Civico Zero (centro diurno per i minori) ho conosciuto molte persone e storie come la mia. Yves, operatore onorario di Civico Zero, mi ha accolto e tra noi è nata una grande amicizia che tutt’oggi continua.

All’età di 18 anni mi sono dovuto trovare un alloggio. Attraverso un amico di Yves ho conosciuto il progetto di accoglienza di Ripa dei Settesoli e sono stato accolto da fra Domenico nel Convento di Valmontone. Avere un luogo dove vivere e un pasto da mangiare insieme, come in famiglia, mi ha permesso di dedicarmi alla mia passione.

Mi sono iscritto alla Scuola delle Arti Ornamentali (corso di pittura e tecniche varie). Il convento di Valmontone è stato per me un luogo fatto di amici e che mi ha aiutato a stimolare la mia vena creativa e a dipingere in grande libertà. Nei tre anni che ho frequentato il Liceo artistico di via di Ripetta a Roma sono stato accolto nel Convento di San Francesco a Ripa, che è l’altra casa del progetto di accoglienza. Vivere vicino alla scuola mi ha permesso di seguire al meglio i miei studi.

Ripa dei Settesoli è stata per me un’esperienza di vita. Ho avuto modo di conoscere quelli che oggi sono i miei migliori amici e ho avuto la possibilità di confrontarmi con delle persone provenienti da paesi e culture lontane, ricche e diverse.

Il tempo in cui sono stato accolto nel progetto Ripa dei Settesoli desidero racchiuderlo in questo pensiero: “La mia vita è il risultato di un confronto con le vite degli altri; a Ripa la mia preparazione artistica è maturata; questo mi ha permesso di esporre le mie opere di pittura e fotografia in diverse mostre in Italia e in Albania. Oggi continuo a lavorare sui progetti futuri”.



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